lunedì 10 marzo 2008

ZONE 30

Le "Zone 30" sono aree urbane in cui si sceglie di tutelare la funzione residenziale, promuovendo una mobilità locale più sicura e sostenibile, attraverso misure coordinate e progettate, in cui tutti gli utenti della strada (autovetture, pedoni, ciclisti) si muovono in sicurezza, con riduzione dell’inquinamento ambientale (acustico e atmosferico) in un ambiente riqualificato col verde e con arredi urbani. Nate in Olanda del 1983, si sono poi estese in altri paesi europei (Germania, Austria, Francia, Svizzera, Belgio); in Italia gli appositi segnali compaiono nel nuovo Codice della Strada (1996), e le “Zone 30” sono state recepite nelle Direttive per la redazione dei PUT (Piani Urbani del Traffico).
Per avere maggiori informazioni, potete consultare:
- la voce di Wikipedia
- la pagina di Cittàmobile
- le Linee Guida della Regione Piemonte
- il documento “Isole ambientali e moderazione del traffico”

E' interessante anche consultare la definizione di Corte urbana, che spesso viene identificata con le "Zone 30":
"Nell'esperienza olandese, che è attualmente la più significativa e convincente, la corte urbana (o woonerf) è il risultato della ristrutturazione di una normale strada urbana per cui si ottiene una parte continua di spazio pubblico dove la funzione pedonale è privilegiata o comunque prevale su quella veicolare, la quale non viene del tutto esclusa (altrimenti l'area sarebbe pedonale) ma è semplicemente tollerata. Nella corte urbana la superficie stradale viene profondamente ristrutturata; lo spazio viene a tal fine organizzato ed arredato in modo opportuno e la sua utilizzazione è regolata da un'idonea specifica segnaletica. Il gioco dei bambini può esservi autorizzato in tutta la larghezza stradale."

Il 24 gennaio scorso è stata pubblicata la graduatoria per la realizzazione delle “zone 30” in Piemonte: sono state accettate 23 proposte, la Regione finanzierà il 50% della spesa. A Torino interesserà il quartiere s.Rita-Mirafiori (nel perimetro c.so Siracusa - c.so Orbassano - c.so Sebastopoli - v. Guido Reni); altre città interessate sono Fossano, Savigliano, Tortona, Alessandria, Valenza, Asti, Settimo, Avigliana, Carmagnola, Cuneo, Chieri, Venaria, Ovada, S.Mauro Torinese, Grugliasco, Castellamonte, Trofarello, Novi Ligure, Verbania.

Rivoli non è presente: la nostra citta NON HA un Piano Urbano del Traffico (l'ultimo, approvato nel dicembre 2001, aveva validità biennale, è dunque scaduto nel 2003).
Forse zone non centrali di Rivoli potrebbero giovarsi di queste misure.
Purtroppo anche questa forma di controllo del traffico si rivela invece insufficiente nel Centro Storico; 30 km/h in molti punti sono eccessivi, occorrono limitazioni più stringenti. Ma soprattutto non può essere rispettata la “regola” di tutte le Zone 30 di ridurre lo spazio dedicato alla circolazione delle autovetture a favore dello spazio riservato ai pedoni e alle piste ciclabili: impossibile in vie già PRIVE DI MARCIAPIEDI a causa della loro ridotta larghezza…!

2 commenti:

nonna inferocita ha detto...

Ribadisco quanto ho già avuto modo di esprimere in più occasioni al Direttivo del Comitato di Quartiere: se le strade del centro storico non dispongono della larghezza minima necessaria alla circolazione delle auto e alla sicurezza dei pedoni vanno ESPUNTE dalla rete viaria e, con tutte le ulteriori limitazioni, riservate ai soli passi carrai e ai mezzi di servizio. Il Comune, nel caso di inerzia politico-amministrativa, si assume tutta la responsabilità di quanto può accadere alle persone.
Laura Mussano

Anonimo ha detto...

... il Comune si assumerà indubbiamente la responsabilità, ma bisognerebbe - a mio avviso - indirizzare la questione sul fatto che "prevenire" è meglio che curare. Opportuno quindi creare situazioni molto differenti da quelle presenti attualmente prima che si verifichino gli incidenti. Anche una semplice passeggiata per Rivoli rischia di tramutarsi in una gimkana stando attenti a salvare le punte dei piedi (e non solo...) dai pneumatici delle automobili! Al solito a Torino&Provincia non esistono amministrazioni in grado di prendere decisioni e di fissare normative VALIDE PER TUTTI la cui inderogabilità sancisca NON le velleità d'un nucleo oligarchico di amministratori, ma la semplice applicazione della volontà dei cittadini (che andrebbe comunque subordinata a quella dei commercianti...)
Claudio Maltauro - Torino